He/Him
«Sono un timido intrapredente, sono cresciuto in una piccola cittadina ma amo la mentalità delle metropoli. Essere nero in Italia non è semplice, socialmente significa accendersi un faro addosso nella provincia dove sono cresciuto venivo guardato con l’ammirazione riservata a chi è riuscito a trascinare un gommone fino in Brianza. Cosa significa essere queer oltre a nero? Significa cambiare la lampadina al faro, e cambiarla da chiara, a intermittenza viola. Mi fa effetto che si parli di accettazione: io accetto un 20 all’università, non devo accettare il mio corpo, il mio orientamento, ne me stesso. Crescere è andare alla scoperta di se stessi, lasciando il giudice interiore alla partenza, ed è dura perché romanticizziamo la solitudine sui social, e non piacersi è pop.
In Italia non esiste una comunità nera coesa, e difficilmente una nera-queer, in America è molto più semplice trovare rappresentanza all’interno della propria comunità e fuori. Invece la cultura nera queer esiste da molto prima che avessimo un nome per chiamarla, c’è sempre quella zia, quell’amico, quel qualcuno che nella comunità ha “un po' di più zucchero in più nel serbatoio”, o come lo si vuole chiamare. In alcuni casi se sei una persona queer, devi lasciare il tuo orientamento sessuale o identità di genere alla porta se vuoi concentrarti sulla tua pelle o viceversa, dovremmo creare un ambiente in cui non bisogna scegliere. » - @harajuku_ken
Creative Direction by Jordan Anderson
Photography by Silvia Rosi
Photo Assistant Gabriele Cialdella
Styling by Thais Montessori Brandao
Hair by Latoya Amsdorf
Makeup by Manuel Montanari
Set Design by Davide Ladini
Movement Direction by Macia Del Prete
Production by nss factory